Siamo alla 28esima giornata di campionato. Gli errori arbitrali assumono importanza, ogni distrazione o male interpretazione degli arbitri pesa come macigni sul cammino di ogni singola squadra. Ognuno ha il proprio obiettivo. In questo clima è impossibile non commettere errori; Calvarese non ferma un’azione che si rivelerà micidiale per gli azzurri; Di Bello non concede un rigore al Genoa; Valeri non ne concede uno all’Inter ed infine l’erroraccio di Tagliavento: concessione di un rigore assurdo al Milan che raccoglie e ringrazia.
NAPOLI-ATALANTA 1-1 (Calvarese)
Al 72′ arriva il vantaggio dell’Atalanta e da qui partono le polemiche di Benitez. Il Napoli ha le sue ragioni: il gol nasce da un’azione irregolare che andava fermata prima di arrivare al gol. Infatti Pinilla commette fallo su Henrique, ma l’arbitro lascia proseguire il gioco che sfocia poi in rete.
Errore che poteva essere evitato se gli assistenti avessero dato supporto all’arbitro che dalla posizione in cui era poteva non avere un’ottima visuale. Tuttavia la reazione del Napoli risulta eccessiva considerando il recente passato in cui alcuni ottimi favori sono andati a fruttare non poco alla classifica partenopea. In quelle occasioni ricordo vari commenti dello spagnolo Benitez, tra cui il famosissimo “ci può stare” o “noi non parliamo di arbitri”.
JUVENTUS-GENOA 1-0 (Di Bello)
Al 14′ Perotti viene ammonito per simulazione. L’argentino sembra lasciarsi cadere dopo un presunto contatto in area. In realtà il contatto non è affatto presunto: fallo di Marchisio ai danni di Perotti. Era calcio di rigore per il Genoa; il giallo è quindi un provvedimento errato che costerà al rossoblu 2000 € di ammenda, come da regolamento.
Al 61′ Di Bello concede un rigore alla Juventus in seguito ad un fallo commesso da Roncaglia su Pereyra; dalle immagini, però, si evince come sia il bianconero a cercare la gamba del difensore e non Roncaglia a commettere fallo. Il rigore non c’era.
Il rigore concesso erroneamente alla Juve è stato poi parato da Eugenio Lamanna che aveva già parato un rigore alla Roma in questa stagione: tre partite, due rigori parati. Per quanto riguarda l’arbitraggio, gli errori importanti di Di Bello potevano portare un punticino nelle tasche rossoblu, ma alla fine non cambiava molto per il Genoa e nemmeno per la Juventus che invece così ha però potuto allungare ulteriormente la distanza dalla seconda in classifica.
SAMPDORIA-INTER 1-0 (Valeri)
Icardi viene messo giù in area da De Silvestri che lo strattona ingenuamente. L’arbitro lascia proseguire, ma la giusta interpretazione prevedeva l’assegnazione della massima punizione come da regolamento. Era quindi rigore per gli uomini di Mancini che dopo un’ottima prestazione, in cui tutto faceva credere avrebbero vinto la partita, son dovuti tornare a casa a bocca asciutta.
Tre punti d’oro quelli piovuti dal cielo blucerchiato benefattore di questa arrembante squadra che non smette di stupire. Tre punti che servono per scavalcare il Napoli ed arrivare quarti in classifica. Valeri commette il solito errore, figlio di una regola che si ripete inutilmente fino alla nausea come quando si ripete ai propri figli di non mettere le dita nel naso, eppure niente. Pare che proprio non si possa assimilare tal concetto. Strana la mente umana che, seppur capace di contenere miliardi di informazioni, non riesce ad immagazzinare la frase “ogni trattenuta in area è rigore”.
MILAN-CAGLIARI 3-1 (Tagliavento)
Al 77’ Tagliavento concede un penalty che ha davvero del ridicolo: fallo di Ceppitelli su Cerci che cade in area; l’intervento è falloso e netto, però avviene abbondantemente all’esterno dell’area stessa. E’ fin troppo visibile e tutti rimangono attoniti di fronte non solo alla fulminea decisione dell’arbitro di Terni (che pareva non vedesse l’ora di poterne concedere uno ai rossoneri), ma ancor peggio alla conferma dell’assistente, il quale si supponesse potesse correggere Tagliavento.
Erroraccio che entra di diritto in questa rubrica anche se non ha influito sul risultato finale. Il Milan, seguendo solo i numeri, avrebbe comunque vinto. Ma seguendo una logica, che va al di là dei numeri, il Milan avrebbe potuto tranquillamente subire il pareggio del Cagliari che se la stava giocando alla pari coi rossoneri. Quel rigore assurdo ha cambiato tutto portando un danno ai sardi, che non navigano certo in acque tranquille, ed un vantaggio al Milan che si trova servito un aiutino succulento in questo campionato magro.
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